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Meditazioni sul Purgatorio
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20 NOVEMBRE. LA S. MESSA E LE ANIME DEL PURGATORIO
Le sante indulgenze sono la partecipazione nostra al Sacro
Tesoro della Chiesa. Questo tesoro è formato dai meriti di
N.S. Gesù Cristo e dei Santi. Per questa partecipazione: 1° noi
soddisfiamo ai debiti di pena che abbiamo con la Divina Giustizia; 2° possiamo offrire la medesima soddisfazione al Si
gnore per le anime penanti nel purgatorio.
La Chiesa ci propone una grande ricchezza di indulgenze;
ma quali sono le condizioni per acquistarle?
Per acquistare le indulgenze è necessario:
1. Essere battezzati, non scomunicati, sudditi di chi le
concede ed in istato di grazia.
a) Le indulgenze sono l’applicazione dei tesori della
Chiesa; e perciò si possono applicare soltanto ai membri del
la Chiesa: come un membro, per partecipare alla vitalità del
corpo, occorre sia unito ad esso. Gli infedeli, i giudei, i catecumeni non sono ancora membri della Chiesa; gli scomunicati non lo sono più; perciò tanto gli uni che gli altri sono
esclusi dalle indulgenze. Occorre che divengano prima membri sani del corpo mistico di Gesù Cristo, che è la Chiesa.
b) Sudditi di chi concede le indulgenze. Infatti l’indulgenza è un atto di giurisdizione, importando assoluzione. Perciò:
le indulgenze concesse dal Papa sono per i fedeli di tutto il
mondo; essendo tutti i fedeli soggetti alla giurisdizione del
Papa. Le indulgenze concesse dal Vescovo invece sono per i
suoi diocesani. Tuttavia, poiché l’indulgenza è legge di favore, ovvero un dono, perciò, se nella concessione non vi è restrizione, l’indulgenza concessa da un Vescovo può essere
acquistata da tutti i forestieri che vengono in diocesi; ed anche da diocesani che si trovino fuori diocesi per qualche
tempo. Che se le indulgenze sono concesse a qualche comunità, i soli membri di essa possono lucrarle.
c) Che vi sia lo stato di grazia. È necessario che chi acquista le indulgenze, almeno quando compie l’ultima opera
pia, si trovi senza colpa grave su la coscienza e possibilmente con il cuore distaccato da ogni affetto al peccato, altrimenti l’indulgenza non si lucra. E perché? Perché la pena
non si può rimettere prima che venga rimessa la colpa. Anzi
è assai buona cosa che allorché si tratta di placare il Signore, tutte le opere prescritte siano fatte in grazia di Dio. Come può placare chi con i suoi peccati muove anzi Dio a
sdegno?
Nella concessione di certe indulgenze parziali si suole
inserire la dicitura «con cuore contrito». Ciò significa che
occorre essere in grazia; non già che chi è in tale stato debba
fare un atto di contrizione. Parimenti la dicitura: «nella forma
consueta della Chiesa» vuol dire: che l’indulgenza si concede
ai contriti di cuore, cioè a quelli che già ebbero il perdono
della pena.
Le indulgenze non si possono applicare per i viventi. Ma
vi è una questione notevole fra i teologi; per acquistare indulgenze ai defunti è anche necessario lo stato di grazia? Ciò
è dubbio: perciò chi vuol essere sicuro di lucrarle, farà bene a
mettersi in grazia di Dio.
2. Occorre l’intenzione di acquistarle, in secondo luogo.
L’intenzione basta che sia generale. Infatti un benefizio si
concede a chi sa e vuole riceverlo. Intenzione generale si ha
da ogni fedele, il quale nelle opere di religione desidera acquistare tutte le indulgenze che vi sono annesse, ancorché
non sappia proprio dettagliatamente quali siano.
L’intenzione basta che sia virtuale, cioè: avere avuta una
volta in vita intenzione di acquistarle, senza che più in seguito sia stata ritrattata. Non è invece sufficiente l’intenzione
interpretativa; poiché questa, di fatto, mai si è avuta. L’indulgenza plenaria in articulo mortis,cioè in punto di morte, si
lucra anche dal moribondo, di cui si può presumere che
avrebbe avuto tale intenzione.
Ma S. Alfonso con S. Leonardo da Porto Maurizio esortano a mettere ogni mattina, od almeno di tanto in tanto,
l’intenzione di acquistare tutte quelle indulgenze che sono
annesse alle opere e preghiere che si faranno.
Se si tratta di indulgenza plenaria è anche necessario che
il cuore sia distaccato da ogni affetto al peccato veniale: poiché finché rimane l’affetto non può rimettersi la pena dovuta
pel peccato. È però bene osservare che l’indulgenza plenaria
che non può venir acquistata come tale per qualche affetto al
peccato veniale, sarà almeno acquistata parzialmente.
3. In terzo luogo è necessario compiere le opere prescritte: nel tempo, modo, integralmente e per quel determinato
motivo.
a) Nel tempo prescritto. Il tempo utile, per visitare una
chiesa recitando preghiere a mente del Sommo Pontefice, va dal mezzodì del giorno precedente, alla mezzanotte del giorno seguente.
Invece per le altre preghiere e pie opere (come sarebbe fare il catechismo, una pia lettura, una meditazione) il tempo
utile va: da mezzanotte alla mezzanotte. Che se però si tratta
di giorno festivo cui viene annessa l’indulgenza, le pie opere
e pie preghiere si possono già fare dai primi vespri (circa le
due pomeridiane) del giorno precedente, fino a notte del
giorno seguente. Le visite alla chiesa però si possono sempre
cominciare da mezzodì del giorno precedente.
La Confessione e la Comunione si possono ordinariamente anticipare.
b)Nel modo prescritto. Poiché, se le preghiere si devono
fare in ginocchio, ciò si deve osservare.
È necessario che l’atto sia posto consapevolmente; non a
caso, per errore, per forza, ecc.
Le opere sono personali; non si possono cioè fare da altra
persona, ancorché la si volesse pagare. Eccetto che l’opera,
pur rimanendo personale, possa compiersi da altri; ad esempio, se il padrone facesse elargire l’elemosina dalla persona
di servizio.
c) Integralmente. E, cioè, sostanzialmente intere. Chi nel
la recita del Rosario omettesse un Pater od Ave, acquista ancora l’indulgenza. Chi invece omettesse un Pater ed Ave
quando ne sono prescritti cinque, omette già una parte relati
vamente importante e non può lucrare.
Se viene, fra le opere, prescritto il digiuno, non può lucrare la indulgenza chi l’omette, benché per ignoranza o impo
tenza (come sarebbe in un vecchio); è necessaria allora una
legittima commutazione.
d)Per il determinato motivo della Indulgenza. Come principio generale difatti sta che con un’unica moneta non si possono pagare due debiti, corrispondenti ciascuno a quell’unica
moneta. E cioè: se due sono le obbligazioni, non può un unico atto soddisfarvi: per esempio il digiuno di una vigilia, la
Messa festiva, non possono servire e per l’adempimento del
precetto e per il giubileo, se tali pie opere vi fossero prescritte. La Penitenza Sacramentale può, però, servire e a
compiere l’obbligo derivante dal Sacramento ed a lucrarel’indulgenza. Con la stessa opera, cui siano annesse indulgenze sotto varii aspetti, non si possono acquistare più indulgenze, ma una sola; vi è una speciale concessione per la recita del S. Rosario, in cui si possono cumulare le indulgenze dette dei P.P. Cruciferi e quelle dette dei P.P. Predicatori.
4. Le opere, comunemente prescritte, sono: Confessione,
Comunione, visita ad una chiesa, preci vocali. Spesso vengo
no fissate altre opere, però; specialmente ciò avviene quando
occorre il Giubileo.
a) Circa la Confessione vi sono alcune avvertenze: i fedeli soliti a confessarsi due volte al mese e comunicarsi almeno cinque volte per settimana, possono acquistare tutte le
indulgenze che richiederebbero confessione e comunione
(eccettuato soltanto il Giubileo). Inoltre la confessione basta
che sia fatta nella settimana precedente o nell’ottava seguente al giorno cui venne fissata l’indulgenza.
La Confessione, sebbene non richiesta per certe indulgenze, tuttavia in pratica occorre; giacché è posta la clausola
«contriti e confessati» o «alle solite condizioni». Ma in questi casi chi usa confessarsi e comunicarsi, come sopra si è
detto, può lucrare le indulgenze.
b) Circa la Comunione.È la parte migliore; giacché assicura le disposizioni del cuore per avere le sante indulgenze.
Il Viatico serve come Comunione per l’acquisto delle indulgenze anche del Giubileo; ma la Comunione Spirituale non è
sufficiente. Essa può riceversi o nel giorno cui è fissata
l’indulgenza, o alla vigilia o negli otto giorni successivi.
La Comunione poi ha una particolarità: una sola Comunione basta per lucrare tutte le indulgenze plenarie che possono ricorrere nella giornata. Infatti essa è l’unica opera che
non si deve ripetere per lucrare le indulgenze, ancorché queste siano distinte e per ognuna si richieda la Comunione; solo
è necessario ripetere tante volte le altre opere, quante sono le
indulgenze che si vogliono lucrare.
5. Per i Defunti vi sono poi due condizioni speciali da
osservarsi perché loro siano applicate le indulgenze. Cioè: è
necessario che siano state concesse come applicabili ai defunti, e questo può soltanto farlo il Papa; ed in secondo luogo occorre che chi le acquista metta l’intenzione di applicarle davvero; o volta per volta, od almeno un’intenzione
abituale.
6. Inoltre: vengono spesso prescritte preghiere vocali:
allora è necessario farle con la bocca, giacché l’orazione mentale sarebbe insufficiente. Che se sono da farsi in una
chiesa, tale condizione è necessaria per l’acquisto; né possono servire preghiere già obbligatorie per altro motivo,
come la penitenza sacramentale. Si possono recitare in
qualunque lingua, alternativamente con compagni; pei sordomuti e per i malati si suol fare la commutazione. Generalmente, quando sono prescrittele preghiere senza determinazione precisa, occorrono e bastano cinque Pater, cinque Ave e cinque Gloria.
I fedeli ascritti a qualche confraternita possono lucrare le
indulgenze, purché mettano le opere prescritte; ancorché non
abbiano osservato gli statuti delle confraternite stesse.
Adriana, cugina di S. Margherita da Cortona e sua confidente, sino dalla gioventù, essendo desiderosa di conseguire
la celebre indulgenza della Porziuncola, si portò in Assisi,
alla chiesa della Madonna degli Angeli, ove, entrata il 2 agosto, fu sì oppressa dalla calca di gente che in tale giorno vi
concorreva, che subito dopo il ritorno in Cortona, tormentata
da violentissimi dolori di fianchi, morì. Non poté S. Margherita trattenere le lacrime per la morte di sua cugina e, mentre
raccomandava al Signore l’anima di lei, ebbe da Gesù Cristo
questa rivelazione: «Non piangere più l’anima della tua
Adriana, giacché per i meriti grandi dell’indulgenza, conseguiti da lei in S. Maria degli Angeli, io l’ho ammessa alla
gloria dei Beati».
S. Maria Maddalena de’ Pazziaveva assistito con somma
carità alla morte di una consorella, a cui le monache non solo
furono sollecite di fare i consueti suffragi della Religione, ma
di applicare ancora le sante indulgenze che correvano in quel
giorno. Restava esposto nella chiesa il cadavere; e dalle grate, con affetto di tenerezza e di devozione, lo guardava Maria
Maddalena, implorando requie e pace alla defunta, quando
vide l’anima di lei innalzarsi verso il Cielo per ricevervi la
corona dell’eterna gloria. Non poté la Santa trattenersi dal
l’esclamare: «Addio, sorella, addio, anima beata; prima tu in
cielo che il corpo tuo nel sepolcro. Oh, felicità! oh, gloria!
negli amplessi del divino Sposo ti sovvenga di noi, che sospiriamo in terra!».
Mentre così diceva, apparve Gesù per consolarla, dichiarandole che in virtù delle indulgenze, quell’anima era stata
liberata così presto dal Purgatorio ed ammessa in Paradiso.
Laonde tanto fervore si accese in quel monastero per l’acquisto delle sante indulgenze, che si aveva quasi a scrupolo il
lasciarne alcuna.
Una scintilla di quel santo fervore si accenda nei nostri
petti.
PRATICA: Tra le orazioni indulgenziate vi sono: il segno di croce, l’Angelus, gli atti di fede, speranza, carità. Abituarci a fare e
dire devotamente.
GIACULATORIA: O anime sante del Purgatorio, noi preghiamo
per voi; ma voi che siete già sicure della salvezza, pregate per noi
che ci troviamo ancora in tanti pericoli di perderci.
FRUTTO
Per la Comunione quotidiana
O Vergine Maria Nostra Signora del Santissimo Sacramento,
gloria del popolo cristiano, letizia dell’universa Chiesa, salute del
mondo, pregate per noi e ridestate nei fedeli tutti la devozione verso la Santissima Eucaristia, affinché si rendano degni di riceverla
quotidianamente.
300 giorni ogni volta. (Pio X, 23 gennaio 1907).
Alla Sacra Famiglia
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. – Gesù, Giuseppe e Maria..., etc.
200 giorni ogni volta per le tre. (Pio X, 28 aprile 1907).
Gesù, Maria, Giuseppe.
7 anni e 7 quarantene ogni volta. Plenaria con confessione e
comunione soltanto o con sola comunione per quelli che fanno la
comunione quotidiana. (Pio X, 8 giugno 1908).
NOTA. Questa è la giaculatoria più ricca d’indulgenze.
Agli Angeli
Angelo di Dio, che siete il mio custode, illuminate, custodite,
reggete e governate me affidato a voi dalla pietà divina. Così sia.
100 giorni ogni volta. Plenaria al mese.
Plenaria in art. mortis per chi l’avrà detta spesso.
(Pio VII, 11 maggio 1821).
O Spiriti Angelici, che custodite i nostri Tabernacoli, ove riposa
il Pegno adorabile del divino Amore, difendetelo dalle profana
zioni degli uomini iniqui che tentano derubarlo e conservatelo al
nostro amore.
300 giorni ogni volta. (Pio X, 16 luglio 1908).
A Dio, a Nostro Signore, alla Madonna,
a tutti gli Angeli e Santi insieme
Dio sia benedetto. – Benedetto il suo Santo, ecc. (come dopo la
Benedizione col SS. Sacramento, per riparare le bestemmie).
Indulgenza di un anno ogni volta.
Plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio,
a chi l’avrà recitato per un mese, alle solite condizioni.
(Pio VII, 23 luglio 1801; Pio IX, 8 agosto 1847).
Per i nostri defunti. Del Beato Giacomo Alberione